IRAN, RUSSIA, CINA E COREA DEL NORD. MA NON SONO QUATTRO AMICI AL BAR…

39
Foto da: ilmattino.it

Dal Corriere della Sera dell’11 Settembre 2024 riportiamo l’analisi di Andrea Nicastro:

“L’intelligence faceva filtrare le voci da settimane. Ieri a Londra Antony Blinken, segretario di Stato americano, ha sciolto le riserve e ha accusato formalmente l’Iran. «La Russia ha ricevuto missili balistici a corto raggio dall’Iran e probabilmente li userà entro poche settimane contro l’Ucraina».

Per Blinken non sono sospetti, ma fatti. «Gli ordigni iraniani consentiranno a Mosca di utilizzare una parte maggiore del proprio arsenale per obiettivi più lontani dalla linea del fronte». Disporre di maggiore potenza di fuoco fino a 120 chilometri (com’è il raggio dei missili iraniani Fath-360) permetterà a Mosca di usare più liberamente i propri ordigni a gittata superiore.

A fianco di Blinken l’omologo britannico David Lammy ha parlato di «escalation significativa» e in poche ore ha annunciato nuove sanzioni contro Teheran. L’hanno fatto anche Stati Uniti, Francia e Germania. L’Unione europea le sta valutando, ma ci vorrebbe l’unanimità.

Dopo aver fornito i droni Shahed, dopo aver costruito una fabbrica in Russia per la produzione di questi velivoli senza pilota, ora Teheran entrerebbe nella guerra russo-ucraina come fornitore di missili. Bisognerà capire se il ritmo produttivo sarà significativo e se il trasporto attraverso il Mar Caspio non verrà disturbato.

Come di consueto, l’Iran nega e sfodera anche una certa dose di ironia. «La Repubblica Islamica considera disumane le forniture militari alle parti in conflitto, pertanto, non solo si astiene dal farlo, ma invita anche gli altri Paesi a cessare la fornitura di armi». Messaggio rivolto all’intero Occidente che arma Kiev, meno a chi sostiene Mosca: Corea del Nord (soprattutto pezzi di artiglieria) e Cina (microchip e altri componenti).

Secondo analisti occidentali la collaborazione Iran-Russia è vantaggiosa da entrambi i lati. Mosca deve alimentare il consumo frenetico di bombe, Teheran ha bisogno di tecnologia missilistica e nucleare.

Uno schema molto simile a quello con Pyongyang. Diverso, invece, il rapporto Mosca-Pechino. I due giganti hanno bisogno l’uno dell’altro per incrinare a livello strategico la supremazia americana: più gli Usa sono impegnati in Ucraina e meno risorse dedicheranno a Taiwan.

L’ambizione di veder riconosciuto il rango di potenze globali è chiara nella settimana di esercitazioni navali cominciata ieri tra Pechino e Mosca. Chiamata Ocean-24, secondo il presidente Vladimir Putin è la più grande esercitazione navale dagli Anni 90, quelli della dissoluzione dell’Unione Sovietica. Sono coinvolte 400 navi da guerra, sottomarini e navi appoggio, 120 aeroplani ed elicotteri, più di 90 mila marinai.

Cina e Russia manovreranno assieme simulando attacchi di droni navali e altri giochi di guerra nei due emisferi, dal Mar Baltico al Mediterraneo, dal Caspio all’Oceano Pacifico. Vladimir Putin assicura che «rafforzeremo la nostra Marina, compresa la componente nucleare strategica». In chiaro vuol dire che se anche la guerra in Ucraina è difficile da vincere, la flotta e migliaia di missili capaci di partire da ogni angolo del globo, mantengono comunque la Russia una superpotenza. L’«amicizia senza limiti» con Pechino è un’ulteriore garanzia. (…)”.