L’ATTESA DI PUTIN E “LA TEMPESTA DI FUOCO”

79

Dal Corriere della Sera del 27 Agosto 2024 l’analisi di Fabrizio Dragosei:

Una risposta pesante, una «tempesta di fuoco» sulle infrastrutture energetiche, come si sono affrettati a commentare compiaciuti i sostenitori del pugno di ferro nel confronto con l’Ucraina e con l’Occidente che la sostiene. Ma certamente non quello che loro si aspettavano e che Putin aveva più volte promesso. I falchi sono delusi, anche se nessuno oggi si azzarda a criticare il Capo sui canali social.

Gli oltre duecento droni e missili piovuti su 15 regioni non sono certo quella conseguenza che i nemici «non hanno mai visto nella loro intera storia», e che il signore del Cremlino aveva minacciato all’inizio del conflitto.

Il fatto è che, anche dopo l’invasione ucraina, Vladimir Vladimirovich ha deciso di seguire la linea tante volte applicata in passato di fronte a grandi catastrofi e tragedie: minimizzare, convincere che si è trattato solo di un episodio minore che non intacca la strategia di fondo e che non compromette il raggiungimento degli obiettivi fissati. Come se si parlasse di applicare le direttive di un classico piano produttivo sovietico, Putin ha dato una disposizione precisa ai militari: espellere gli ucraini penetrati in territorio russo entro il primo di ottobre. Ma in guerra i decreti lasciano spesso il tempo che trovano.

La replica a colpi di missili e droni è arrivata tre settimane dopo che le truppe regolari di Kiev avevano varcato il confine nella regione di Kursk. Tempi di reazione lunghissimi che hanno fatto tornare in mente le ore e i giorni che seguirono all’affondamento del sommergibile nel mare di Barents nel Duemila, all’attacco terroristico al teatro Dubrovka, a quello alla scuola di Beslan: il Capo prendeva tempo.

In questo caso, assieme ai suoi consiglieri più fidati, Putin ha deciso di colpire le infrastrutture energetiche, come aveva già fatto prima del precedente inverno. È il canonico tentativo di fiaccare il morale della popolazione avversaria, cercando di costringerla al freddo nei mesi peggiori.”.